Wednesday, October 26, 2005


"Ciao, faccio parte del gruppo di studenti che sta organizzando il Com.On festival ( http://www.comonweb.it ). Vorresti partecipare con il tuo blog?"
Ci sto pensando. Il punto è che sono emerse alla mia mente diverse questioni di bau_etica che non avevo mai affrontato prima.
Ho iniziato a scrivere un blog. Perché? Perché mi piace scrivere. Mi piace raccontare alcuni episodi della mia vita con la spensieratezza e l'autoironia che mi contraddistinguono da anni. Mi piace poter pensare che qualcuno, leggendo le mie parole, possa farsi una risata, anche sotto i baffi. E poi scrivo solo quando ne ho voglia e mi sento ispirata. Cari Lettori, non voglio deludervi con delle banalità.
Ritorniamo al festival. "Le opere più significative verranno presentate nel corso del festival tramite il reading tradizionale o in forme originali che gli stessi autori potranno ideare." Parliamoci chiaro, la mia mica è un'opera, Leopardi ha scritto delle opere, Shakespeare, Petrarca, Dante, hanno scritto delle opere, io no. Questa visione deriva probabilmente dall'aver studiato per anni al liceo le rinomate "Vita e opere dell'autore", dopo l'immancabile "Quadro di riferimento". A parte ciò, posso anche pensare che un giorno verranno pubblicate le "Vita e opere di bau", ecco, magari almeno nel 2090. "Tutte le opere pervenute saranno selezionate da una commissione...con la supervisione di esperti per ogni sezione...tenendo conto delle caratteristiche di innovazione, originalità e qualità delle proposte". Selezionata e supervisionata. Ma che cosa può pensare chi legge il mio blog? Di innovativo non c'è nulla, neanche il mezzo che uso ormai è più innovativo, e come scrissi al mio esordio "Questo è il passo definitivo verso la mia totale omologazione alla massa". Originalità e qualità delle proposte: propongo me stessa, magari questo è originale, ma proprio a volersela inventare.
Stop. Arrivo ad un punto decisivo. Mavvattelapesca (sgrammaticato ma incisivo). Io sono bau e bau va per la sua strada: selezioni, supervisioni, giudizi, pareri, tanto continuerà tutto come prima.
E come Cesare sfidò Pompeo e la Repubblica attraversando il Rubicone, bau sfida la sorte: “Alea iacta est!”


Thursday, October 13, 2005


Serata elementari trascorsa piacevolmente. L'ansia da prestazione si è dissolta trascorsi i primi dieci minuti, quelli del saluto, del come stai e del che fai. Ovviamente non tutti i venticinque erano presenti, niente morti o feriti, solo assenti. Tra una risata e l'altra, molti ricordi: il pavone che vola, la rivolta contro i finocchi lessi a mensa, le ostilità con i vicini di giardino, le camere miste al camposcuola quando i maschi mollavano le scuregge, l'insegnante tedesco di canto che se eri stonato ti ordinava di muovere solo la bocca. Traumi montessoriani, come quello di trovarsi alle medie con interrogazioni e compiti in classe, mai fatti prima. La cosa impressionante è che siamo tutti come prima, e riconoscibili, insomma, mi aspettavo di trovare il classico Fabris, invece niente del genere, anzi, ognuno ha portato avanti le proprie peculiarità, fisiche e morali.
Mi rendo conto che il post non è ironico come al solito, ma invece di trovarmi di fronte una serie di esemplari umani buffi, difettosi o terrificanti, ho ritrovato ciascuno come prima, stronzo, simpatico, bello, buffo, apatico, logorroico, come prima.

Wednesday, October 05, 2005


Qual è la mia reazione ad una telefonata di una persona che non vedi da dieci anni? "Ciao cara, come stai?", stoicismo.
C'è sempre un motivo per una telefonata, fosse solo la voglia di sentirsi.
Questa volta si tratta di una cosa seria: cena compagni elementari. Mi creano sempre delle reazioni miste certe situazioni, un misto tra panico, insofferenza e curiosità, a meno che non sia io l'organizzatrice dell'evento. Persone che non vedi da più di dieci anni... Mi chiedo se quello che era stupido da piccolo lo è ancora, se la perfida della classe è sempre graffiante, se la bella è sempre bella, se il sapientino è ancora insopportabile, se il caratteriale è sempre tale, se la stronza è peggiorata. Ed io?
L'incontro di gruppo, la pseudo seduta psicologica collettiva è fissata per martedi. Ad allora i prossimi commenti, intanto devo eleborare il colpo.


Saturday, October 01, 2005


È sabato mattina e ho già fatto l'errore più grande che si possa fare: andare al supermercato.

Sempre per la serie " Il mondo è bello perché è avariato".
Il sabato mattina al supermercato puoi trovare ogni genere di tipo umano, eh si, perché esistono numerosi esemplari di animali umani.
Una numerosità di anziani (vecchi, per essere più corretti) che si aggirano manovrando carrelli stracolmi e quindi inguidabili, che intruppano ad ogni angolo, e che vanno alla bellezza di 0,00001km all'ora. Ci sono i single che si affrettano impazienti con i loro cestini gialli con 1 litro di latte dentro. Ci sono le famiglie di extra comunitari (famiglie, si, perché vanno in massa a fare la spesa) che posseggono minimo due carrelli a testa e mentre fanno la fila in cassa li rimpinguano grazie a degli individui che fanno da spola cassa-corridoi vari. Poi, e non sottovalutiamoli, gli uomini di mezza età che sono stati inviati dalle mogli al supermercato per toglierseli dalle palle. Ecco, oggi ne ho incontrato un esemplare raro ma non troppo. Si aggirava nel caos dei corridoi e dei vari banconi agendo come un antifurto umano inceppato, urlando con tono ripetitivo e assordante: "Permesso, permesso, permesso". Evidentemente si sentiva autorizzato a scontrare tutti proprio perché era educato ad avvertire del suo arrivo pronunciando il fatidico "Permesso": "Eh, scusi, ho chiesto Permesso!". Secondo me, se avesse urlato " Pistaaaa" avrebbe fatto meno danni, perché il suo passaggio era puntualmente seguito da brevi ma concisi turpiloqui.
Insomma, la saggia bau consiglia di andare a fare la spesa alle 10 di sera e, se avete fretta, urlate "Pistaaa" perché "Permesso" sta perdendo parte del suo significato originario.