Saturday, November 25, 2006


Ultimamente sto usufruendo della potente rete di mezzi pubblici presente a Roma.
Sono quindici anni che prendo autobus e metro, solitamente sempre le stesse linee, ma più vado avanti con l'età e più divento insofferente verso il genere umano. Credo proprio di avere un problema.
Il mio malessere si acuisce nel momento in cui mi imbatto in soggetti adolescenziali, quelli alternativi che mentre tu cerchi di ascoltare il tuo mp3 sovrastano con le loro voci la canzone che vorresti tanto sentire. E l'insofferenza cresce se intercetti i loro discorsi: "Ma guarda che la gente non capisce un cazzo, non capiscono che l'Iran deve essere così, perché sai, per loro la religione è uguale allo stato, so' la stessa cosa, quindi è inutile che ce stanno quelli che vogliono costruire le chiese, alla fine è molto più giusto il contrario", e i suoi compagni di viaggio annuiscono convinti. Ora, esistono delle parole per ogni cosa definibile, le parole sono importanti, come diceva Moretti, e forse al giovine andava detto che quello che voleva dire era che l'Iran è una teocrazia, tant'è che si chiama Repubblica Islamica dell'Iran. Sul resto non metto bocca perché ognuno ha il suo pensiero, certo è che vedere altri due ragazzi pendere dalle labbra di uno che non sa usare neanche l'italiano è preoccupante.
Ma veniamo all'ultima "intercettazione su mezzo pubblico". L'autobus è pieno, persone maleodoranti, ragazzi che vagano da un mezzo all'altro a qualsiasi ora perchè fanno il tour delle diverse scuole occupate, anziani bisbetici che anziché starsene tranquilli a casa vanno a fare la spesa a mezzogiorno, e poi i due soggetti che mi trovo davanti. Sono due ragazzi sui tredici, quattordici anni, con una borsa della scuola calcio, che passano il tempo ad alitare sul vetro e a scriverci oscenità, a parlare di baci con la lingua e di salivazione eccessiva, finché, in un attimo di silenzio, uno dice all'altro:
"Ho deciso che voglio fare da grande"
Suspance (leggi "suspance"). L'altro si fa serio e anche un po' preoccupato e chiede:
"Cosa?"
"Er pappone"
"Ah beh, se te soddisfa..."
"Ao, sai li sordi che tiri su?"
"Fa' come te pare".

Dopo questa grande lezione di vita sono scesa alla mia fermata, ma con grande soddisfazione, e ho pensato: finalmente uno che ha capito come gira il mondo.


1 Comments:

Blogger Leo said...

Dio quanto ti amo :)

11:33 PM  

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