Alle poste.
Già ti rode il culo perché il postino non ha citofonato per consegnarti una raccomandata mentre tu eri in casa.
Già ti rode il culo perché andare alle poste vuol dire immolare una mattinata davanti a quindici sportelli di cui solo due aperti.
Già ti rode il culo perché si è rotta la dispensatrice dei numeri e ciò implica una lotta per il mantenimento della posizione guadagnata al via con uno scatto all'entrata dell'edificio.
Già ti rode il culo.
Quando arriva il tuo turno tutti quelli che hai dietro ti urlano "Signori' si è liberato il tre! Tocca a lei, vada vada". Lo so, cazzo che tocca a me! Ma ecco che in corsa, dalla porta di entrata, una giovane fanciulla bionda dalle morbide curve (tracagnotta) si fionda al mio sportello tre... Eh no, non ci siamo ragazzi. "Signori', non la faccia anna' avanti, deve da fa' la fila come a noi, che semo stronzi?!".
La folla ha ragione, non posso deluderla, si tratta di orgoglio personale, attacca! La colgo alle spalle, "Guardi che la fila va rispettata, non trovo sia un comportamento educato il suo, signorina... io c'ho fatto la muffa a forza de fa' la fila, adesso lei riprende le sue carte e si mette in coda!". Tié! Neanche ha il coraggio di guardarmi la vigliacca. Ma poi si gira.
Non era cicciona, era incinta.
Morale: la prossima volta che vado alle poste mi metto un pallone sotto la maglietta.